Qual è la via dell’architetto contemporaneo?
Questa domanda diventa fondamentale per impostare un discorso sulla connessione
tra modernità e contemporaneità!
Gli architetti del movimento moderno hanno
costruito il loro percorso realizzando architetture funzionali, macchine che
volutamente esaltavano il mondo industriale, fuggendo l’idea di un “Simbolo”.
Il simbolo rappresentava un’imposizione che l’architetto moderno disprezzava facendo della “funzione” il
fulcro della sua poetica.
Nonostante questo atteggiamento si pone in
contrapposizione con la nostra società basata sull’informazione va riconosciuto
il grande merito dell’architettura moderna e con essa dei suoi grandi maestri:
aver creato “il Nuovo” come risposta ad una crisi profonda.
La nostra epoca è segnata da una dipendenza da
informazione. Ogni aspetto della nostra vita e della nostra evoluzione futura è
basato su un flusso di informazioni. L’architettura come affronta questa
necessità di informare? L’oggetto architettonico
si allontana dalla sua accezione materiale per divenire un condensato di
informazioni in rapporto con la società stessa.
L’edificio diviene simbolo contrastando l’idea
forma/funzione, si libera da paradigmi stilistici affrontando problematiche
complesse senza rinunciare ad una carica poetica fulcro del suo modo di
comunicare. L’architetto di oggi stabilisce un legame con la sua opera,
comunica attraverso di essa cercando di stabilire un dialogo con la società. L’architetto diventa
narratore tracciando quasi un percorso, recuperando il concetto di simbolo
privo della sua accezione religiosa o politica.
L’architettura è specchio della società
dell’informazione divenendo essa stessa flusso di informazioni in diretta
comunicazione con il contesto e con la società facendo dell’elemento
architettonico una “cucitura” fondamentale nella città contemporanea.
La via dell’architetto contemporaneo è quindi
definita nella necessità di comunicare, nella volontà di creare un simbolo dove
la materia non è la parte fondamentale ma elemento carico di significato.
Questo nuovo modo di creare architettura è
chiaramente leggibile nelle opere di architetti come Frank Gehry o Daniel
Libeskind che fanno dell’informazione il centro della loro opera.
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